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Medicina e ricerca

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Uso di analgesici oppioidi nel trattamento del dolore da tumore: raccomandazioni dell’EAPC (European Association for Palliative Care)

Scritto da RyderItalia    Giovedì 01 Marzo 2012 11:00 Lancet Oncology vol. 13 febbraio 2012 pag. e58-68 – www.thelacet.com/oncology Viene qui di seguito riportatala versione aggiornata delle linee guida della Associazione Europea per le Cure Palliative (EAPC) sull’uso degli oppioidi nel trattamento del dolore da tumore. L’aggiornamento è stato avviato dall’European Palliative Care Research Collaborative (EPCRC). […]
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L'integrazione delle cure palliative nella terapia oncologica standard

Opinione Clinica Provvisoria dell’American Society of Clinical Oncology: L’integrazione delle cure palliative nella terapia oncologica standard. Thomas J. Smith, Sarah Temin, Erin R. Alesi, Amy P. Abernethy, Tracy A. Balboni, Ethan M. Basch, Betty R. Ferrell, Matt Loscalzo, Diane E. Meier, Judith A. Paice, Jeffrey M. Peppercorn, Mark Somerfield, Ellen Stovall, and Jamie H. Von […]
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La medicina narrativa

La Ryder Italia Onlus nel prossimo futuro organizzerà un corso volontari nel quale affronterà l'argomento della medicina narrativa. Al tempo stesso, con l'aiuto dei nostri psicologi presenterà un progetto su questo tema.   Per saperne di più, cliccate su questo link   www.ryderitalia.it/images/medicina_narrativa.pdf   Bibliografia :   http://www.hstory.it/bibliografia-sulla-medicina-narrativa/
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Alcuni cambiamenti nella personalità potrebbero essere segni di una demenza precoce

Se una persona diventa improvvisamente agitata, aggressiva o irritabile, o quando, diversamente dal solito, presenta aspettative poco realistiche sulle proprie capacità o competenze, o se, da un giorno all’altro, non si cura più di nulla e non si interessa a quanto accade intorno a lei, e se questi cambi di personalità durano da oltre 6 […]
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In che cosa consiste l'immunoterapia per i tumori?

Alcuni dei progressi più promettenti nella ricerca sul cancro negli ultimi anni riguardano trattamenti noti come immunoterapia. I progressi osservati in questo campo nella ricerca di base stanno attirando miliardi di dollari in investimenti da parte delle aziende farmaceutiche e favorendo l'apertura di centinaia di studi clinici. Ecco le risposte ad alcune domande fondamentali su questo settore in rapida evoluzione.

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Esistono terapie che permettono di convivere con un tumore in fase avanzata?

Le ultime decadi hanno visto un notevole miglioramento nella conoscenza degli aspetti molecolari di una neoplasia e conseguentemente lo sviluppo di farmaci specifici che abbiano come bersaglio questi aspetti. Nonostante ciò, nel caso di pazienti con tumori solidi in fase metastatica, la sopravvivenza in genere è sempre misurata in termini di mesi e non di anni. Nonostante l’esistenza di pazienti con una lunga sopravvivenza, nella maggior parte dei malati con malattia in fase avanzata la risposta alle terapie è spesso temporanea, soprattutto per la inevitabile proliferazione di popolazioni cellulari resistenti. Per questo motivo alcuni ricercatori ed in particolare il dottor Robert Gatenby, un oncologo molecolare che lavora in Florida,  sostengono che la neoplasia dovrebbe essere considerata dal punto di vista della biologia evolutiva e non solo un processo molecolare.

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Chemioterapia metronomica una nuova modalità come terapia di mantenimento nei pazienti oncologici in fase avanzata di malattia.

Gli studenti di musica sono familiari con il suono del tic tic tic di un metronomo, uno strumento che li aiuta a misurare il tempo e quindi la scansione ritmica .

Potrà sembrare strano ma anche il mondo dell'oncologia sembra cominciare a mostrare un certo interesse sulle modalità e la velocità di somministrazione dei farmaci chemioterapici con risultati sicuramente interessanti.

Con il termine di chemioterapia metronomica si fa riferimento alla somministrazione a basse dosi di farmaci chemioterapici allo scopo di diminuire la tossicità e colpire principalmente le cellule endoteliali dei vasi o dello stroma invece di mirare alle cellule neoplastiche.

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Farmaci da banco per tumori parte 2

Martedì 27 Giugno 2017 12:44 Seconda parte Con questo articolo vorremmo affrontare una serie di problematiche  delicate, legate all’oncologia, che riguardano il ricorso alle terapie complementari, la sostenibilità delle terapie oncologiche, e non ultimo l’efficacia di nuove modalità terapeutiche a bassa tossicità sopratutto, ma non solo, per pazienti anziani che frequentemente iniziano una terapia con […]
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Farmaci da banco per tumori parte 1

Con questo articolo vorremmo affrontare una serie di problematiche  delicate, legate all’oncologia, che riguardano il ricorso alle terapie complementari, la sostenibilità delle terapie oncologiche, e non ultimo l’efficacia di nuove modalità terapeutiche a bassa tossicità sopratutto, ma non solo, per pazienti anziani che frequentemente iniziano una terapia con chemioterapici e spesso la interrompono per effetti collaterali. L’utilizzo di farmaci off-label  riguarda molecole già note e utilizzate da tempo e per le quali determinate evidenze scientifiche suggerirebbero un uso razionale anche in situazioni cliniche non previste dalla scheda tecnica e nel foglietto illustrativo di queste sostanze.

L’ articolo comparve sul Guardian (https://www.theguardian.com/science/2016/jun/12/anti-cancer-drugs-medicine-cabinet-repurposed-aspirin-thalidomide-beta-blockers)  e viene  qui sintetizzato in due parti in modo da riportare le informazioni più  interessanti per il lettore. Alla fine della seconda parte  saranno forniti siti o pubblicazioni utili per un ulteriore approfondimento dei vari argomenti. Dal momento che una serie di problematiche non vengono opportunamente divulgate e talvolta gli stessi medici non  ne sono a conoscenza in modo approfondito nelle prossime settimane affronteremo alcuni di questi argomenti.

Lo sapevate che molti farmaci contro il cancro sono presenti  nel mobiletto del bagno?

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Pochi medici prescrivono gli inibitori della 5-alfa-reduttasi per la prevenzione del tumore alla prostata

Un recente studio ha dimostrato che, nonostante gli studi clinici randomizzati mostrino che gli inibitori della 5alfa-reduttasi (5-ARIs) riducono l’incidenza del tumore alla prostata di circa il 25%, la maggior parte dei medici sono riluttanti nel prescriverli nella prevenzione del tumore alla prostata (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2010:19:2164-2171).

Robert Hamilton e coll. hanno analizzato il numero di nuove prescrizioni di 5-ARIs nel database delle prescrizioni del Veterans Health Administration (VHA) dal 2000 al 2005. La maggior parte di queste prescrizioni include il Finasteride, mentre il Dutasteride è prescritto in meno dello 0,05% delle ricette. Gli autori hanno anche  discusso con tutti gli urologi e con un campione scelto a caso di medici di base del VHA per analizzare la loro conoscenza e il loro atteggiamento su questo argomento. 

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