Un ampio studio condotto su fumatori ed ex fumatori in Olanda ed in Belgio sta confermando che lo screening diffuso con TC a basse dosi può ridurre in modo consistente il tasso di mortalità da tumore polmonare.
A distanza di 10 anni, il tasso di mortalità negli uomini è diminuito del 24%, e nelle donne esso e diminuito del 33%. Questo declino è significativo e netto per gli uomini, e nelle donne appare ancora più marcato, come affermato da Harry Koning dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, autore dello studio.
Questi dati riflettono quanto riscontrato negli USA con il National Lung Screening Trial del 2011, che ha dimostrato una riduzione del 20% della mortalità con lo screening TC. Per quanto le linee guida statunitensi abbiano iniziato a supportare lo screening di routine del tumore al polmone dopo i dati del 2011, le nazioni europee sono state più lente nell’adottare questa pratica in quanto gli studi locali sono stati limitati o inconcludenti.
Secondo i ricercatori i nuovi dati dovrebbero modificare la pratica clinica anche in Europa. Il focus non dovrebbe più essere incentrato sull’accertare l’efficacia dello screening TC, ma sull’identificazione della popolazione per la quale esso potrebbe essere accettabile e conveniente.
Secondo lo studio NELSON, lo screening TC a basse dosi dovrebbe essere effettuato in fumatori e non fumatori una volta all’anno, il che identifica la patologia allo stadio 1 o 2 nell’86% dei pazienti, che si tradurrebbe in un enorme numero di vite salvate nel caso in cui questa pratica venisse accettata quanto la mammografia, che comporta un livello di radiazioni simile.
Fonte: N Engl J Med online 2020
I funzionari in Gran Bretagna e Sud Africa affermano che le nuove varianti vengono trasmesse più facilmente. C'è molto di più nella storia di questa mutazione, dicono gli scienziati.
New York Times-Di Apoorva Mandavilli-20 dicembre 2020
Articolo pubblicato sul New Scientist del 7/11/2020
L'Inghilterra ha avviato un secondo lockdown nazionale, dopo che settimane di restrizioni regionali non sono riuscite a frenare la diffusione del coronavirus. Il governo del Regno Unito a settembre non ha seguito i suggerimenti forniti dai consulenti scientifici per istituire settimane prima un blocco più breve, destinato a fermare la crescita esponenziale dei casi di coronavirus. Questo nuovo blocco è necessario per fermare la diffusione del virus, ma questa soluzione e sforzi simili in tutta Europa potrebbero risultare tardivi per evitare che la seconda ondata di covid-19 sia peggiore della prima.
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Mentre il coronavirus ha iniziato a diffondersi in Europa in primavera, molti scienziati hanno avvertito che il peggio potrebbe arrivare in inverno. Ora, sembra che avessero ragione.
In tutto il mondo si discute su come e quando riattivare il lockdown totale o parziale di un singolo paese. Non esistono regole certe ma un recente articolo pubblicato sul New Scientist del 24 ottobre 2020 propone una soluzione che sembra molto interessante.
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Ormai abbiamo convissuto con SARS-CoV-2, il virus che causa il covid-19, per la maggior parte dell'anno. In questo periodo, la nostra conoscenza si è ampliata notevolmente, ma c'è ancora tanto che non sappiamo - e anche quando pensiamo di sapere le cose, la scienza può cambiare velocemente opinione su molte delle questioni.
Prima parte.
In questi giorni con la minaccia della seconda ondata della pandemia la maggior parte delle persone si chiede quali siano i sintomi di cui preoccuparsi. La situazione evolve continuamente ma in questo articolo si riassumono le informazioni più importanti.
New Scientist 7/10/2020