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Quali sono i rischi sanitari immediati a seguito di un incidente ad una centrale nucleare?

Le autorità giapponesi hanno affermato che I livelli di radiazione che circondano la centrale nucleare di Fukushima Daiichi stanno progressivamente aumentando sino a raggiungere nei prossimi giorni una soglia molto pericolosa. Per questo motivo importante cercare di capire i rischi sanitari che si associano con un eventuale incidente od esplosione di una centrale nucleare.

 

In che modo un incidente di una centrale nucleare può interessare e danneggiare la salute degli esseri umani?

Se non consideriamo gli  eventuali danni diretti causati da le esplosioni e dal fuoco, un incidente che interessi una centrale nucleare provoca la dispersione di materiale radioattivo che può causare quella che viene chiamata “la malattia da radiazioni” dovuta all’ ’esposizione alle radiazioni sopra una certa soglia di sicurezza. Questa patologia di solito colpisce soltanto chi lavora all’interno della centrale od il personale delle squadre d’emergenza che per vari motivi è esposto alle radiazioni sopra una soglia critica. Questo può causare quella che è chiamata una sindrome acuta da radiazioni che compare poche ore dopo l’esposizione. In base alla dose di radiazione assorbita, è possibile osservare la comparsa d’eruzioni cutanee, di vomito e di diarrea, sino al coma ed alla morte. Inoltre le radiazioni danneggiano direttamente il DNA ed in particolare quello contenuto all’interno delle cellule che sono in fase di divisione. Questo danno quindi riguarda soprattutto particolari tessuti che contengono un’alta percentuale di cellule in divisione, come avviene per esempio per le cellule che rivestono l’intestino, la cute ed il midollo osseo che diventano quindi i tessuti a rischio di un danno da radiazioni. In presenza di dosi molto elevate, le cellule cerebrali possono subire una lesione molto grave e in base alla dose assorbita  il danno può provocare anche la morte della persona colpita.  Le lesioni meno gravi sono in ogni modo suscettibili di una terapia, per esempio le lesioni intestinali che provocano  diarrea ed anche le conseguenti possibili infezioni; il danno sul   midollo osseo implica una mancata produzione di cellule del sangue che servono sia per la coagulazione che per combattere le infezioni. Nel caso in cui è possibile trattare positivamente queste manifestazioni cliniche, i pazienti possono vivere abbastanza a lungo perché sia il tessuto intestinale sia quello midollare possano rigenerare. Talvolta si ricorre anche alla somministrazione di farmaci stimolanti la produzione di cellule del sangue in modo da aiutare la rigenerazione di questo tessuto fondamentale per il nostro organismo. Molto altro non è possibile fare. Negli ultimi anni soprattutto la paura di un possibile attentato terroristico con armi nucleari ha spinto i vari paesi ad aumentare i fondi per la ricerca di nuovi trattamenti che servano al limitare la morte cellulare dovuta all’esposizione con sostanze radioattive.

Quali sono gli elementi radioattivi che possono essere liberati dal reattore nucleare danneggiato di Fukushima Daiichi?

Quando le  barre nucleari all’interno del reattore nucleare in assenza di un adeguato raffreddamento si fondono vengono prodotti vari  elementi radioattivi differenti che presentano effetti tossici variabili. Dall’esperienza ricevuta dai precedenti incidenti di reattori nucleari danneggiati si è visto che gas inerti come xeno e krypton si possono sprigionare insieme con lo iodio 131, con due isotopi del cesio e probabilmente con lo stronzio, il tellurio ed il rubidio.

Quali sono gli effetti che questi elementi radioattivi possono avere sull’organismo umano?

Secondo le indicazioni delle commissioni internazionali, l’esposizione a questi elementi (ad un livello più alto di quello normalmente presente nell’atmosfera ) aumenta il rischio sanitario. Poiché lo Xeno ed il krypton non vengono trattenuti dal nostro organismo questi due gas inerti  hanno pochi effetti tossici. Per quanto riguarda invece lo iodio 131 ed il cesio  questi due elementi sono sicuramente più tossici. Infatti  lo iodio 131  emette particelle Beta, è assorbito dall’organismo umano,  può danneggiare il DNA e causare l’insorgenza di tumori della tiroide. Come osservato nel 1986, dopo l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl in Ucraina, più di 6000 persone hanno sviluppato un tumore della tiroide probabilmente dopo aver bevuto latte contaminato. Questo dato è stato confermato per i bambini esposti in uno studio effettuato dalle Nazioni Unite i cui risultati sono stati pubblicati nel febbraio di quest’anno. Per motivi non molto conosciuti l’odio 131 non sembra colpire gli adulti. Insorgenza dei tumori della tiroide può essere prevenuta se ai bambini vengono distribuite le pillole di iodio non radioattivo, subito dopo l’esposizione  all’elemento radioattivo. In questo modo la ghiandola tiroide si satura con l’isotopo di iodio naturale ed impedisce l’assorbimento della forma radioattiva del composto. Purtroppo dopo l’incidente di Chernobyl la maggior parte dei bambini non ingerì queste pillole che invece sono già state distribuite in Giappone.

Dopo l’incidente di Chernobyl notevoli quantità di cesio-137 furono distribuite in circa il 40% della superficie del continente europeo. Comunque nonostante le varie preoccupazioni per l’effetto di questa sostanza radioattiva non si è mai in arrivati a una conclusione per quanto riguarda gli effetti sulla salute di persone normali colpite o a contatto con questo elemento radioattivo.

In che modo è possibile paragonare l’esplosione avvenuta in Giappone dopo il terremoto in confronto ai precedenti incidenti avvenuti nelle varie centrali nucleari ?

La crisi del reattore nucleare giapponese è l’incidente peggiore dopo quello di Chernobyl del 1986 in Ucraina. Per quanto riguarda le modalità dell’incidente quello attuale di Fukushima Daiichi sembra ricordare molto da vicino quanto avvenuto a Three Mile Island (TMI) in Pensilvania nel 1979, dove ci fu solo una parziale fusione del nucleo centrale del reattore. La radioattività emessa in seguito all’incidente del reattore giapponese sembra molto simile a quanto avvenuto in Pensilvania e non così grave come l’incidente di Chernobyl, anche se i dati di questi ultimi giorni non fanno presagire niente di buono sulla possibile evoluzione in peggio della situazione giapponese. L’ incidente americano almeno secondo i dati pubblicati dalle autorità statunitensi non sembra aver comportato particolari danni alla popolazione, anche se alcuni ricercatori affermano che le morti da patologie connesse alle radiazioni sono aumentate dal 26 al 54% rispetto ai dati osservati gli anni precedenti. Gli effetti tossici sono stati osservati soprattutto tra i giovani in particolare in bambini molto piccoli. Comunque anche per quanto riguarda questo incidente mancano dati sicuri su come le nubi radioattive si siano distribuite sul territorio e su quante persone siano state esposte all’irradiazione e per quanto tempo, ed in conclusione  non è possibile fare una valutazione precisa dei danni sanitari dovuti all’incidente del Three Mile Island (TMI) in Pensilvania. L’aspetto più preoccupante è la possibile evoluzione futura di quest’ultimo incidente i cui effetti ormai si protrarranno nel corso degli anni quasi a monito della superficialità con la quale spesso gli uomini si confrontano con la natura del mondo in cui vivono.

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