Sempre più ricerche scientifiche confermano ciò che molti anziani sanno per esperienza diretta: il giardinaggio fa bene alla salute. Non solo mantiene attivi, ma migliora la memoria, riduce lo stress e dona uno scopo alla giornata. In Norvegia, Inghilterra e Giappone, le “fattorie assistite” accolgono persone con demenza offrendo loro la possibilità di lavorare la terra, curare le piante o accudire gli animali. Il risultato? Più benessere, meno solitudine e una migliore qualità della vita.
Marianne Rogstad, una pensionata norvegese con una lunga carriera alberghiera alle spalle, dopo la diagnosi di demenza si era chiusa in sé stessa, isolata e priva di stimoli. Ma la sua vita è cambiata quando ha iniziato a frequentare l’Impulssenter, una piccola fattoria nei dintorni di Oslo. Oggi, tre volte a settimana, si prende cura delle galline, pianta ortaggi, pressa le mele. Anche se spesso non ricorda cosa ha fatto durante la giornata, torna a casa serena e sorridente. Per chi vive con la demenza, questo fa la differenza.
- Stimola il cervello: il giardinaggio attiva la memoria, la pianificazione e l’apprendimento. Uno studio dell’Università di Edimburgo ha mostrato che le persone che coltivano piante hanno una migliore evoluzione delle capacità cognitive tra gli 11 e i 79 anni.
- Protegge dalla demenza: secondo una ricerca australiana, chi fa giardinaggio ogni giorno ha un rischio ridotto del 36% di sviluppare demenza.
- Rafforza il fisico: scavare, zappare o anche solo travasare una pianta aiuta a mantenere ossa forti, migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute.
- Migliora l’umore: l’attività all’aria aperta riduce il cortisolo (l’ormone dello stress) e aumenta endorfine e dopamina, con effetti positivi su depressione e ansia.
- Favorisce la socialità: lavorare in gruppo in un orto o una serra può ridurre l’isolamento, specie nelle persone con deficit cognitivi, che spesso imitano i gesti degli altri e così riescono a partecipare.
Melissa Lem, medico e ricercatrice in Canada, afferma che le “prescrizioni verdi” – attività naturali consigliate dai medici – riducono la pressione sanguigna, regolano la glicemia e aiutano nella prevenzione dell’Alzheimer. Anche Roger Ulrich, pioniere della progettazione ospedaliera basata sulla natura, ha dimostrato che guardare un albero da una finestra può accelerare la guarigione post-operatoria.
In Europa e in Canada le “fattorie terapeutiche” sono parte di progetti sanitari pubblici. In Norvegia, il programma “Inn på tunet” offre esperienze agricole per anziani e persone fragili. In Inghilterra e Olanda, le case di cura integrano serre, orti e animali nella quotidianità dei residenti. Il giardinaggio si è dimostrato più efficace di molte terapie convenzionali nel migliorare l’umore, l’attenzione e la comunicazione.
Il giardinaggio è quindi molto più di un semplice hobby. È una medicina naturale, gratuita, accessibile e spesso sottovalutata. Integrare orti terapeutici nelle residenze per anziani, nei centri diurni o nelle cure domiciliari può aiutare le persone a vivere meglio, più a lungo e con maggiore dignità. Come Marianne, anche tanti anziani italiani possono ritrovare gioia, stimoli e senso… tra un’aiuola e un secchio d’acqua.
maggio 2025