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Vediamo dopo quasi un anno di pandemia che cosa abbiamo imparato sulla campagna vaccinale:

Articolo uscito sul New Scientist del 13-2-2021

Ad un anno circa dall'inizio della pandemia non abbiamo molte sicurezze ma per  alcuni punti è possibile sostenere con certezza  la loro importanza 

Sesso

Le prove sono in gran parte coerenti su questo: nel complesso, le donne tendono ad avere risposte anticorpali più elevate alla maggior parte dei vaccini rispetto agli uomini, creando una risposta immunitaria più forte alla vaccinazione contro la dengue, ( la febbre dengue è una malattia virale diffusa dalle zanzare infette) l’epatite A, la rabbia ed il  vaiolo, tra gli altri.
Data la fase iniziale del lancio del vaccino covid-19, non è ancora chiaro se vedremo una differenza di  sesso simile in risposta a questo tipo di vaccinazione.

Età

Probabilmente il fattore più studiato sino ad ora è l'età. I neonati producono bassi livelli di anticorpi che durante la gravidanza possono interferire con la risposta al vaccino, sebbene non sia ancora compreso il motivo per cui ciò potrebbe avvenire.
L'età ottimale per iniziare la vaccinazione varia a seconda dell'agente patogeno da cui ci si protegge. Ad esempio, somministrare il vaccino antipolio orale durante la prima settimana di  vita crea una risposta immunitaria adeguata solo nel 30-70% dei bambini, ma somministrarlo  dopo le 4 settimane di età porta all' immunità in quasi tutti i bambini.
Le risposte ai vaccini si attenuano nelle persone anziane, i cui anticorpi diminuiscono anche più rapidamente dopo aver ricevuto i vaccini. Uno dei motivi è che il timo, un organo linfoepiteliale situato nel mediastino anteriore dove maturano le cellule T che distruggono il
virus, inizia a degradarsi con la vecchiaia.

Microbioma e Microbioma

Microbiota si riferisce a una popolazione di microrganismi che colonizza un determinato organo o tessuto del nostro organismo per esempio l’intestino o la cute. Il termine
microbioma invece indica la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota,
Il giudizio è ancora incerto se gli alimenti prebiotici e probiotici aiutano la risposta immunitaria. Probiotici sono microrganismi viventi (ad esempio, ceppi batterici) che, se
presenti in quantità sufficienti nell’intestino, possono esercitare un effetto benefico sulla  salute dell’uomo. I Prebiotici sono sostanze non digeribili di origine alimentare che, se  assunte in quantità adeguata, favoriscono la crescita e l’attività di uno o più ceppi batterici già presenti nel tratto intestinale o assunti insieme al prebiotico. Sono
nella grande maggioranza carboidrati, in particolare oligosaccaridi.

Siamo agli inizi, ma la composizione dei batteri intestinali potrebbe avere un ruolo. Alcuni piccoli studi hanno dimostrato che prebiotici e probiotici, noti per influenzare il nostro microbioma, potrebbero migliorare la risposta immunitaria alla vaccinazione, contro la difterite, l' epatite A e l'influenza.
Tuttavia, il tipo di pre o probiotici utilizzato e per quanto tempo sono stati presi varia considerevolmente tra i vari studi ed è troppo presto per dire come i microbi intestinali
potrebbero influenzare la vaccinazione covid-19.

Precedente infezione

Le persone che hanno già contratto il tetano, ad esempio, tendono ad avere una risposta immunitaria più elevata dopo aver ricevuto una vaccinazione di richiamo rispetto alle
persone che hanno ricevuto l'iniezione senza una infezione precedente. Allo stesso modo, le persone che hanno incontrato naturalmente membri della famiglia dei
flavivirus, come il virus che causa la malattia del Nilo occidentale, hanno una risposta anticorpale più elevata ai vaccini per altre malattie da flavivirus, come la febbre dengue.
Potremmo vedere qualcosa di simile con covid-19, ma non abbiamo ancora dati su questo.

 Quello che sappiamo è che l'immunità che qualcuno ottiene dall'aver avuto un'infezione varia da persona a persona, e sia l'immunità naturale che quella indotta dal vaccino possono differire, quindi è importante vaccinarsi anche se si è già guariti dal virus.

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