Conferenza Episcopale Italiana
La Chiesa cattolica italiana è favorevole, e anzi ha sollecitato, la promulgazione di una legge che riconosca valore legale alle dichiarazioni su i trattamenti terapeutici per i malati terminali, soprattutto consentendo di evitare inutili accanimenti terapeutici.
Testamento Biologico
La posizione della Chiesa cattolica
Conferenza Episcopale Italiana
La Chiesa cattolica italiana è favorevole, e anzi ha sollecitato, la promulgazione di una legge che riconosca valore legale alle dichiarazioni su i trattamenti terapeutici per i malati terminali, soprattutto consentendo di evitare inutili accanimenti terapeutici. D’altro canto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ha più volte espresso la preoccupazione che cìò non rappresenti in qualche modo una forma mascherata di eutanasia. Di conseguenza non è ammessa la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione, che è l'argomento principale su cui sono divise le posizioni e conseguentemente i vari disegni di legge presentati in parlamento, in quanto trattamento di sostegno vitale e non terapia sanitaria.
Per la CEI resta centrale il ruolo del medico, che, pur in presenza di dichiarazioni inequivocabili, ha il compito di valutare secondo scienza e coscienza i trattamenti da porre in atto.
Bagnasco così sintetizza l'auspicio della Chiesa cattolica italiana: “che in questo delicato passaggio − mentre si evitano inutili forme di accanimento terapeutico − non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia, in particolare di abbandono terapeutico, e sia invece esaltato ancora una volta quel favor vitae che a partire dalla Costituzione contraddistingue l’ordinamento italiano.”
Per quanto concerne questo ultimo punto, in Europa l’eutanasia è legalizzata in Belgio, Olanda e Lussemburgo. In altri Paesi (Germania, Svezia, Svizzera) è consentito, ovvero non viene perseguito, il suicidio assistito, purchè il malato sia in grado di intendere e volere.
Conferenza episcopale Tedesca
La Conferenza episcopale tedesca (DBK) congiuntamente con le Chiese Evangeliche in Germania ha sottoscritto un documento chiamato'Christliche Patientenverfügung' (Disposizioni sanitarie del paziente cristiano), aggiornato nel 2003, che contiene le linee guida per redigere un testamento biologico compatibile con la fede cristiana. Nel testo si distingue tra l'eutanasia passiva o indiretta e quella attiva, che viene sempre condannata. L'eutanasia passiva, invece, è considerata eticamente e giuridicamente accettabile quando si tratti di evitare un eccessivo accanimento terapeutico.
Questa distinzione ha richiamato l'attenzione di molti, tra cui la rivista MicroMega, poiché la Chiesa condanna ogni forma di eutanasia, anche passiva.
Perciò nel 2009 la Conferenza episcopale tedesca ha emesso un comunicato ribadendo che la definizione di eutanasia passiva utilizzata nel documento tedesco coincide, infatti, con la rinuncia all'accanimento terapeutico, che è ammessa dalla Chiesa cattolica nel Catechismo; analogamente l'eutanasia indiretta consiste nel ricorso a cure palliative contro il dolore, che possono accorciare la vita del paziente, ma sono anch'esse ammesse nel Catechismo.
Inoltre, già in precedenza, la Conferenza episcopale tedesca aveva puntualizzato di opporsi con decisione ai progetti che intendono consentire l'interruzione dei trattamenti necessari per la vita di pazienti in stato vegetativo e che ogni sospensione di alimentazione e idratazione forzata non costituirebbe quindi una rinuncia all'accanimento terapeutico, ma sarebbe una forma d'eutanasia non ammessa.
Chiesa cattolica in Svizzera
In Svizzera è in corso di revisione dell'articolo 360 del codice civile, che dovrebbe prevedere l’introduzione del testamento biologico e la legalizzazione di alcune forme di eutanasia
Pur non essendosi opposta attivamente alla revisione dell’articolo citato, la Chiesa in Svizzera è pienamente in sintonia con le posizioni espresse dal Magistero; di recente è stato ribadito il concetto che non è accettabile che l'idratazione e l'alimentazione siano sospesi in quanto elementi basilari, e non accanimento terapeutico.
Conferenza episcopale Francese
La Conferenza episcopale francese (CEF) sostanzialmente ricalca le posizioni delle altre conferenze episcopali. Già nel 2003 il presidente della CEF ha pubblicato un documento dal titolo “Ni euthanasie ni acharnement thérapeutique” (Né eutanasia né accanimento terapeutico) in cui si ribadisce il valore della vita da difendere comunque, ma si riconosce che cure sproporzionate nel caso di malati terminali possono e devono essere evitate.
Nel sito della Conferenza episcopale Francese (http://www.eglise.catholique.fr/accueil.html) sono reperibili vari articoli sul tema del testamento biologico, della eutanasia e della bioetica.
Conferenza episcopale Spagnola
La Conferenza episcopale spagnola (CEE) è molto intransigente e è stata definita già anni fa in una serie di documenti sulle volontà dei malati e sull’eutanasia. Una vasta selezione di articoli può essere reperita nell’archivio dei documenti sul sito della Conferenza episcopale Spagnola (http://www.conferenciaepiscopal.es/archivodoc/jsp/system/win_main.jsp).
Altri Paesi
Le posizioni della Chiesa negli altri Paesi sono sostanzialmente allineate alle precedenti. Al linkhttp://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new/consultazione.mostra_paginat0?id_pagina=2 sono reperibili gli indirizzi di tutti i siti delle Conferenze Episcopali della Chiesa Cattolica dove si possono reperire documenti sull’argomento.
Riferimenti
^ Prolusione del Card. Angelo Bagnasco al Consiglio Episcopale Permanente − 22/25 settembre 2008
The New York Times Di Paula Span 22 gennaio 2021
Sempre più americani in questi mesi stanno scrivendo le loro direttive di fine vita poiché la pandemia rende queste decisioni meno ipotetiche e molto correlate alla realtà.
Ma i medici ci ascoltano veramente?
Le disposizioni anticipate di trattamento, comunemente definite testamento biologico o biotestamento, rappresentano la volontà della persona in materia di trattamenti sanitari.
Seconda parte
La bioetica e un settore che si è sviluppato in risposta alle preoccupazioni sul potere del medico: qualcuno che è formato in modo univoco per guarire è anche strutturato in modo univoco per danneggiare. Gli scritti sugli obblighi morali della pratica medica risalgono a migliaia di anni fa, ma fino al 20 ° secolo c'era, in generale, la fiducia che i medici fossero attori morali affidabili - inoltre, la forza del medico era naturalmente frenata dai limiti della tecnologia medica. Ma l'ondata di progressi scientifici nel XX secolo ha offerto a medici e scienziati nuove straordinarie capacità: coltivare la vita umana in un laboratorio; sostenere artificialmente la vita dopo la morte cerebrale; manipolare la genetica. Quel secolo fu anche testimone di una serie di atrocità contro i diritti umani commesse da medici e scienziati: i tortuosi esperimenti medici a cui i medici tedeschi sottoposero i prigionieri durante l'Olocausto; gli esperimenti sulle radiazioni condotti su donne incinte e bambini dopo la seconda guerra mondiale; gli esperimenti sulla sifilide di Tuskegee.
The Atlantic Questo articolo è stato pubblicato online l'8 dicembre 2020. di Jordan Kisner
Ci sono momenti nella vita delle persone dove la gravità della situazione ci obbliga a scelte necessarie dove spesso non esistono regole scritte e dove le considerazioni morali spesso vengono travolte dalla situazione di crisi. La pandemia da Covid-19 ricorda una di queste situazioni e ci mette di fronte a scelte morali assolutamente insolite e spesso comporta conseguenze psicologiche traumatiche. Questo articolo racconta l'esperienza a New York e ricorda molte delle situazionii che abbiamo vissuto in Italia nei primi mesi del 2020 soprattutto nel Nord del nostro Paese.
Prima parte
La maggior parte delle persone nel mondo non ha ancora raggiunto alcun livello di immunità al virus covid-19. Ma c'è un rischio crescente che alcuni di noi stiano diventando psicologicamente immuni dagli enormi effetti che questa pandemia sta evidenziando su base settimanale.
Ormai tutti parlano dei possibili futuri vaccini, ma il problema è molto più complesso di quanto sembri a prima vista ed in questo articolo uscito a cura di Graham Lawton sul new Scientist del 15-08-2020 si cerca di affrontare la varie problematiche sino ad ora individuate.
L’11 luglio del 2019, Vincent Lambert è morto. Questo articolo, evidentemente antecedente alla sua morte, mette in evidenza degli aspetti relativi alle scelte di fine vita che vale la pena conoscere.
Clare Wilson
Make a living will if you want to decide how your life will end
New Scientist 13/07/2019
Fai un testamento se vuoi decidere come finirà la tua vita.
Quando leggerete questo, Vincent Lambert potrebbe essere morto. È rimasto in stato vegetativo dopo un incidente automobilistico nel 2008. In una condizione che è una zona d’ombra tra la vita e la morte, da quel giorno non è mai stato in grado di parlare, mangiare o interagire in modo significativo con il mondo circostante. La scorsa settimana, i medici di Reims, in Francia, hanno iniziato a rimuovere il suo sostegno vitale in seguito a una sentenza della Corte di Cassazione, la più alta corte d'appello della Francia.
IL RIFIUTO
Lo studente di medicina osservava con attenzione. In un reparto ospedaliero sovraffollato il tempo è poco e l’insegnamento dei giovani medici carente. Tra l’esame di un linfonodo, e un fegato ingrossato, si spera sempre di trovare il tempo di insegnare ciò che serve per essere un
buon medico. Cercavo di mostrargli velocemente alcuni aspetti essenziali della nostra professione, mentre tentavo di convincere i pazienti di sottoporsi alla chemioterapia; quindi presi una nuova cartella, di una paziente che era stata inserita d’urgenza in seguito alla richiesta del suo medico. La presentai allo studente di medicina, che rispettosamente la osservò da dietro il letto.
Le Direttive Anticipate o il Testamento Biologico rappresentano un argomento di dibattito e talvolta di confronto acceso in molti paesi ove non esiste una legislazione definita. Conoscere brevemente la situazione presente in differenti paesi può aiutare a comprendere meglio le problematiche presenti nel nostro paese.
Con questo articolo vorremmo iniziare una serie di pubblicazioni per quanto riguarda le problematiche di fine vita viste da un punto di vista medico, sociale, culturale e religioso. Questo ci sembra l'unico modo per informare ed educare le persone nei riguardi di un problema etico che necessariamente interessa qualsiasi individuo a prescindere da fattori religiosi culturali e politici. Altri articoli li troverete nella sezione bioetica e medicina.
Nell'affrontare le problematiche di fine vita, è importante considerare che in Italia si parla di una società multietnica e con tante culture differenti.L'approccio alla cura di pazienti di differente religione o cultura comporta un'apertura mentale da parte del personale sanitario che non può essere tralasciata nella formazione di tutte le persone coinvolte nella cura di un malato. Questo articolo, uscito nel 2006, evidenzia quanto è importante ascoltare e conoscere pazienti con esperienze,culture e credi religiosi differenti.Ricordiamoci che secondo i dati della Caritas, quasi il 10% della popolazione italiana è formata da immigrati con costumi ed abitudini molto lontarni dalla nostra esperienza di occidentali.