L’ultima parte della campagna vaccinale prevede che la vaccinazione venga allargata a giovani adolescenti. Molti genitori sono preoccupati per i possibili effetti collaterali ma una recente ricerca effettuata negli USA dimostra che la miocardite, una complicazione osservata dopo il vaccino, è risultata più comune nei pazienti colpiti dalla infezione da covid-19 rispetto alle persone vaccinate.
L'infiammazione del cuore innescata da alcuni vaccini contro il covid-19 è stata una preoccupazione, specialmente nella campagna vaccinale per i giovani, ma uno studio preliminare suggerisce che nelle persone la miocardite è sei volte più probabile che si verifichi dopo un'infezione da coronavirus che dopo la vaccinazione.
Negli ultimi mesi sono stati registrati alcuni casi di questa patologia, nota come miocardite, a seguito dell'uso dei vaccini Pfizer/BioNTech e Moderna. Questo ha suscitato preoccupazione in particolare negli Stati Uniti e in Israele, poiché questi due paesi hanno aperto la strada alla vaccinazione dei giovani.
La reazione si verifica più spesso negli uomini e nei ragazzi di età inferiore ai 30 anni dopo la seconda dose e di solito si osserva entro 10 giorni, afferma Alma Iacob dell'Imperial College di Londra. Ma molti enti sanitari in tutto il mondo affermano che i benefici della vaccinazione superano ancora i rischi per la maggior parte delle persone.
Ora uno studio negli Stati Uniti ha analizzato la frequenza con cui si verifica la miocardite a seguito dell'infezione da coronavirus. I ricercatori hanno analizzato i registri delle organizzazioni sanitarie che coprono un quinto della popolazione statunitense. Hanno scoperto che, durante i primi 12 mesi della pandemia, i maschi di età compresa tra 12 e 17 anni avevano maggiori probabilità di sviluppare miocardite entro tre mesi dalla infezione del covid-19, a un tasso di circa 450 casi per milione di infezioni.
Questo dato si confronta con 67 casi di miocardite per milione di maschi della stessa età dopo la seconda dose di un vaccino Pfizer/BioNTech o Moderna, secondo i dati del Comitato consultivo statunitense sulle pratiche di immunizzazione. I ricercatori hanno sommato i casi dopo la prima e la seconda dose per raggiungere un tasso totale di 77 casi per milione in questa fascia di età maschile innescata dalla vaccinazione, ovvero un sesto di casi osservate nei pazienti dopo l'infezione. “In altre parole 450 casi di miocardite per milione di casi di covid-19 in giovani maschi colpiti dal visus.”
"Se sei preoccupato per l'infiammazione del cuore, la scommessa più sicura è prendere il vaccino", afferma Mendel Singer della Case Western Reserve University in Ohio, che ha contribuito a realizzare lo studio.
I segni di miocardite includono dolore toracico, mancanza di respiro e palpitazioni. I sintomi vanno da così lievi da passare inosservati a casi gravi, con danni cardiaci permanenti o addirittura la morte. Tuttavia, le forme estreme sono rare e non sono stati segnalati decessi dopo la vaccinazione negli Stati Uniti.
Le cause della miocardite non sono chiare. Un’ipotesi è che si verifica quando il sistema immunitario attacca il cuore, ma questo non è stato dimostrato. Né si sa perché si verifica più spesso nei maschi più giovani.
I casi lievi vengono solitamente trattati con farmaci antinfiammatori da banco come l'ibuprofene e la maggior parte delle persone guarisce entro pochi mesi, afferma Iacob. Altri fattori scatenanti della condizione includono l'influenza e il vaccino antinfluenzale, alcuni farmaci e alcune droghe illegali.
Il piccolo rischio di miocardite dopo il vaccino Pfizer/BioNTech è uno dei motivi per cui il Joint Committee on Vaccination and Immunization (JCVI) del Regno Unito non ha ancora raccomandato questo vaccino - l'unico autorizzato per l'uso nei minori di 18 anni nel Regno Unito - per la maggior parte bambini dai 12 anni in su. Mentre paesi come l'Irlanda e gli Stati Uniti lasciano vaccinare gli adolescenti, a luglio il JCVI ha affermato che solo i giovani che sono altamente vulnerabili o che vivono con qualcuno con un sistema immunitario debole dovrebbero avere il vaccino.
Iacob afferma che le persone che sono state vaccinate o hanno avuto il covid-19 dovrebbero essere consapevoli dei possibili sintomi di miocardite, in particolare il dolore al petto che brucia o è acuto e che può peggiorare quando si cambia posizione.
Il rischio maggiore per le persone non vaccinate è che se colpite dal virus sviluppino le complicazioni della malattia e soprattutto quella sindrome denominata patologia da lungo covid di cui abbiamo scritto in altri articoli su questo sito.
Bibliografia
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Con questo articolo in uscita il giorno di Natale continua la diffusione di notizie sulla pandemia. In quasi due anni abbiamo cerato di tenervi aggiornati sulle problematiche legate al Covid perché reputiamo che solo una buona informazione permette alle persone di avere gli strumenti per decidere come comportarsi in un momento di crisi sanitaria e sociale. Sperando che questi articoli vi siano utili vi auguriamo un BUON NATALE.
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Nelle ultime settimane almeno nel nostro paese si percepisce una minore attenzione della opinione pubblica sulla necessità di proseguire la campagna della vaccinazione. Questo atteggiamento rischia di diventare pericoloso per tutti noi e non aiuterà la percentuale di persone che nel nostro paese non hanno fatto la vaccinazione per differenti motivi. Quindi più che pensare alla possibilità di rendere obbligatorio il vaccino servirebbe spiegare in modo approfondito cosa rischiano le persone non vaccinate che se colpite dal virus sviluppano in un terzo dei casi il lungo covid. Molti delle persone non vaccinate spesso hanno poche informazioni sui rischi della loro scelta ed è opportuno informarli sui pericoli che corrono se persistono nella loro decisione .
La agenzia europea dei farmaci ha affermato che una dose di richiamo del vaccino Pfizer-BioNTech può essere somministrata agli adulti sani.
Un numero crescente di dati suggerisce che la protezione indotta dal vaccino contro il covid-19 diminuisce nel tempo, molte nazioni si stanno preparando per lanciare un programma di richiamo. Israele ha già iniziato, mentre Stati Uniti, Francia e Germania hanno annunciato piani per iniziare a distribuire le terze dosi. Alcuni altri paesi, incluso il Regno Unito ci stanno pensando, aspettando a breve i risultati certi della terza iniezione.
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All’inizio della pandemia si suppose che la famosa immunità di gregge fosse un possibile obiettivo da raggiungere perché si era molto pessimisti sulla possibilità di avere in tempi rapidi uno o più vaccini con cui immunizzare il numero maggiore di persone. Con il trascorrere del tempo si è visto che nonostante gli sforzi e soprattutto l’esperienza acquisita ha modificato molti dei precedenti obiettivi nel cercare di individuare la via più sicura per gestire questa pandemia. Se ricordate all'inizio della pandemia il governo inglese aveva deciso di puntare sull'immunità di gregge. Ora dopo venti mesi questo articolo apparso in Gran Bretagna ha profondamente modificato l'approccio sanitario.