Nei prossimi mesi tutti i paesi saranno concentrati sulla distribuzione dei vaccini. Molti scienziati si preoccupano dello scetticismo che sembra circondare la prossima campagna di vaccinazione. Cerchiamo di capirne le motivazioni
Heidy Larson è la fondatrice del “progetto fiducia” alla scuola di Igiene e Medicina tropicale ed autrice del libro” Stuck” che parla di come siano nate tante dicerie sui vaccini La rivista "New scientist” nel numero del 21 novembre 2020, le ha parlato delle problematiche delle persone sui vaccini per il Covid 19
Quanto sono disposte le persone ad accettare il vaccino contro il Covid -19?
Abbiamo condotto molte inchieste globali per accertare la disponibilità della gente ad accettare un vaccino, se approvato come sicuro ed efficace. Negli USA, nel Regno Unito ed in altri paesi, a maggio, solo il 5% degli intervistati disse che sicuramente non avrebbero accettato il vaccino. Ora siamo arrivati al 15%
Perché l’atteggiamento è così cambiato nel tempo?
In aprile non vi erano gran discussioni sui vaccini, ma piuttosto sui vari " Lockdowns” e sull’indossare la mascherina o no. Da allora vi sono state molte discussioni sui vaccini; inoltre si è visto che non tutti sono morti " stecchiti”, e vi è l’impressione che solo gli anziani stiano morendo. Una delle ragioni per cui sembra che le "voci” e le disinformazioni abbiano più seguito, è la presenza di grandi incertezze. Le cose cambiano però di giorno in giorno, e la gente vuole risposte certe, Ci troviamo nel bel mezzo di una tempesta di pseudo notizie.
Chi è dalla vostra ricerca, che sembra essere più incline a rifiutare il vaccino?
Abbiamo riscontrato negli USA che se sei un soggetto a basso reddito, con livello di scolarità di scuola inferiore, e sei di stirpe non bianca (di colore), e donna, sei probabilmente un soggetto che rifiuta il vaccino. Sembra che tali persone siano soggetti ad una doppia " sfortuna" Non solo possono essere colpiti duramente dal Covid 19, ma sono anche quelli con la probabilità più bassa di assumere il vaccino eppure sono quelli ad averne più bisogno. Non è tanto che abbiamo un problema di disinformazione, quanto un rapporto difficile (tra sistema pubblico e servizi sanitari). queste comunità potrebbero giovarsi massimamente (dei vaccini) ma sono quelli che più diffidano del governo. Ma non è che siano matti.
Per quali ragioni dichiarano per non volere i vaccini?
La prima è la sicurezza. Un'altra è" è un vaccino troppo nuovo". Posso capire le ansie della gente per un vaccino del tutto nuovo, specialmente quando si tratta di un virus del tutto nuovo, del quale ancora stiamo cercando di capirne la natura. I test sono stato condotti ormai da molto tempo in modo tale da accorgersi di qualunque cosa che potrebbe essere un effetto serio e frequente- lo avremmo già saputo da tempo, avendoli somministrati a decine di migliaia di persone. Ci potrebbero essere comunque casi isolati da mettere in relazione con appartenenza etnica, situazioni particolari e gruppi particolari di persone.
Ciò e vero per un qualsiasi vaccino. Questa è la ragione per cui si effettuano monitoraggi dopo la prima somministrazione, durante la quale tutti gli effetti collaterali vengono monitorizzati. Può darsi che a valle ci possano esser fenomeni rari non ancora osservati. ma questi sarebbero casi estremamente rari. Ed allora dobbiamo fermare tutto in attesa di questi improbabili eventi?
Esiste un bisogno urgente per un vaccino, ma una approvazione rapida da parte della autorità regolatrici non rischia di dare carburante agli scettici verso il vaccino? E come può essere ridotto questo rischio?
Dobbiamo fare un lavoro migliore per spiegare perché le cose si stanno muovendo più rapidamente. non stiamo accorciando procedimenti consolidati. In verità è che abbiamo piattaforme di ricerca completamente nuove e nuove tecnologie. I vaccini non verranno distribuiti capillarmente se non sono stati approvati come sicuri e sufficientemente efficaci. Una approvazione emergenziale non implica che il primo (paziente?) che si presenta lo riceverà: dovremo inoltre dire con chiarezza quanti cittadini ne avranno già fatto uso.
Sentiamo molto parlare di disinformazione.; ma essa ha un reale effetto?
Abbiamo rilevato che in UK il 54 % della popolazione prenderebbe il, vaccino se fosse provata la sua efficacia e sicurezza. Dopo essere stati raggiunti da disinformazioni, la percentuale si era ridotta di 6,4 punti. Ciò è importante perché il 54% è il limite inferiore per la realizzazione della immunità di gregge. (a mezzo vaccinazione). Ci troviamo in una situazione limite, tale che anche una minima variazione può avere un effetto significativo
E come si dà la caccia a tale disinformazione?
Vi sono molte immagini (post e commenti) che minano la fiducia le quali non è facile fare scomparire. c'è inoltre da sottolineare che si tratta sempre scontrarsi con profonde emozioni umane. Se si bloccasse domani Facebook, il problema non sparirebbe, esso apparirebbe su altri media che sono sotto osservazione,
Ha un senso impegnarsi on line contro i cosiddetti "no vax?"
Alcuni soggetti sono venuti da me in gruppo, dicendo: “dica al Dott. Heidi che se si esprimesse in modo più garbato, molte persone si farebbero vaccinare". Mi hanno mostrato una serie di persone note pubblicamente che davano degli imbecilli a chiunque dubitava di prender il vaccino. Alcuni di questi soggetti non vengono trattati dalle competenti autorità come si meriterebbero. Dobbiamo trovare un comune terreno d'intesa.
C’è una possibilità che, dando l'opportunità di constatare i vantaggi che offre il vaccino, la marea contraria ai vaccini possa cambiare?
Certamente. Si tratta di un messaggio con maggiore contenuto di speranza. E non solo per la esitazione sul vaccino, Il responso al Covid è una delle opportunità reali di cambiare il rapporto tra autorità e pubblico. In tal modo noi ricostruiremo il rapporto col pubblico facendo in modo che si rendano conto cha a noi la cosa importa. Dare ascolto alla autorità sanitaria ed al governo giocherà un ruolo enorme nel fare la differenza.
31 gennaio 2022 New York Times di John M. Barry
La pandemia influenzale del 1918 che uccise almeno 50 milioni di persone in tutto il mondo si concluse nell'estate del 1919 quando una terza ondata di contagio finalmente si placò.
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Con questo articolo in uscita il giorno di Natale continua la diffusione di notizie sulla pandemia. In quasi due anni abbiamo cerato di tenervi aggiornati sulle problematiche legate al Covid perché reputiamo che solo una buona informazione permette alle persone di avere gli strumenti per decidere come comportarsi in un momento di crisi sanitaria e sociale. Sperando che questi articoli vi siano utili vi auguriamo un BUON NATALE.
Pam Belluck 4/dicembre 2021 New York Times
Conosciamo poco della patologia denominata" lungo covid" e conseguentemente esistono poche notizie sulle eventuali terapie. Questo esauriente articolo uscito sul New York Times- Pam Belluck 4/dicembre 2021-descrive il lungo e tortuoso percorso necessario per un paziente per cercare di uscire dalle conseguenze di questa patologia.
Da qualche giorno si parla solo della nuova variante. vediamo le poche notizie sino ad ora raccolte.
Stephen Sondheim Atlantic 29/novembre 2021
Nelle ultime settimane almeno nel nostro paese si percepisce una minore attenzione della opinione pubblica sulla necessità di proseguire la campagna della vaccinazione. Questo atteggiamento rischia di diventare pericoloso per tutti noi e non aiuterà la percentuale di persone che nel nostro paese non hanno fatto la vaccinazione per differenti motivi. Quindi più che pensare alla possibilità di rendere obbligatorio il vaccino servirebbe spiegare in modo approfondito cosa rischiano le persone non vaccinate che se colpite dal virus sviluppano in un terzo dei casi il lungo covid. Molti delle persone non vaccinate spesso hanno poche informazioni sui rischi della loro scelta ed è opportuno informarli sui pericoli che corrono se persistono nella loro decisione .
La agenzia europea dei farmaci ha affermato che una dose di richiamo del vaccino Pfizer-BioNTech può essere somministrata agli adulti sani.
Un numero crescente di dati suggerisce che la protezione indotta dal vaccino contro il covid-19 diminuisce nel tempo, molte nazioni si stanno preparando per lanciare un programma di richiamo. Israele ha già iniziato, mentre Stati Uniti, Francia e Germania hanno annunciato piani per iniziare a distribuire le terze dosi. Alcuni altri paesi, incluso il Regno Unito ci stanno pensando, aspettando a breve i risultati certi della terza iniezione.
Pubblicato su New scientist 11-9-21
All’inizio della pandemia si suppose che la famosa immunità di gregge fosse un possibile obiettivo da raggiungere perché si era molto pessimisti sulla possibilità di avere in tempi rapidi uno o più vaccini con cui immunizzare il numero maggiore di persone. Con il trascorrere del tempo si è visto che nonostante gli sforzi e soprattutto l’esperienza acquisita ha modificato molti dei precedenti obiettivi nel cercare di individuare la via più sicura per gestire questa pandemia. Se ricordate all'inizio della pandemia il governo inglese aveva deciso di puntare sull'immunità di gregge. Ora dopo venti mesi questo articolo apparso in Gran Bretagna ha profondamente modificato l'approccio sanitario.