La US Task Force per i Servizi preventivi (USPSTF) dice no allo screening per il tumore alla prostata negli uomini in buona salute.
Gardiner Harris
New York Times
6.10.2011
Gli uomini in buona salute non dovrebbero sottoporsi al test PSA per effettuare lo screening per il tumore alla prostata perché il test non salva la vita e invece molte volte porta a altri test e trattamenti che senza nessun vantaggio provocano dolore, impotenza e incontinenza in molti pazienti.
William Li
Can we eat to starve cancer?
Maggio 2010
Intorno a noi è in corso una rivoluzione medica, che ci aiuterà a sconfiggere alcune delle malattie più terribili della nostra società, tra cui il cancro. Questa rivoluzione si chiama antiangiogenesi, e si basa sul processo con cui il nostro corpo forma i vasi sanguigni.
Questo video, pubblicato nel 2010 racconta della rivoluzione dell'antiangiogenesi come modalità per bloccare il processo con cui il nostro corpo forma i vasi sanguigni. Questo processo potrebbe rivoluzionare il modo di curare le malattie ed in particolare il cancro.Per apprezzare meglio l'esposizione dell'autore vi consigliamo di vedere il video con i sottotitoli in italiano.
Per visualizzare il video, cliccate sul link :
http://www.ted.com/talks/william_li?language=it
Di seguito, riportiamo la trascrizione in italiano.
Apparentemente negli ultimi tempi il trattamento di pazienti affetti da un tumore della prostata in stato precoce ha subito un cambiamento profondo.
Fino a 5 anni fa quasi tutti questi pazienti optavano per la chirurgia o per la radioterapia; al giorno d’oggi quasi la metà di questi preferisce invece non effettuare alcun trattamento. Questo approccio ha un nome ed è chiamato “sorveglianza attiva”. In altre parole, il paziente non esegue nessuna terapia ma si sottopone ad un monitoraggio regolare per valutare l’evoluzione o meno della neoplasia.
Per oltre mezzo secolo, la terapia sistemica per i tumori è stata caratterizzata dalla somministrazione dei farmaci chemioterapici. La maggior parte di questi farmaci ha lo scopo di inibire o uccidere le cellule in rapida divisione. Essi sono spesso somministrati in dosi singole o brevi cicli di terapia alle dosi maggiori possibili con una modalità denominata 'dose massima tollerata (DMT). La terapia DMT richiede la somministrazione ad intervalli (in genere di 2-3 settimane di durata) tra i vari cicli successivi di terapia. Nonostante l’elevato numero di chemioterapici in uso ed il gran numero di studi clinici intrapresi, i progressi sono stati limitati in termini di guarigione o di prolungamento significativo della la vita dei pazienti con cancro, in particolare in quelli con malattia in stadio avanzato o metastatico. Inoltre, i progressi osservati nel trattamento di alcuni tipi di neoplasia si accompagnano spesso alla comparsa de gli effetti collaterali tossici, che ne limitano l’uso prolungato.
Tra gli effetti collaterali più comuni osserviamo, la perdita di capelli, la mielosoppressione ( diminuzione dei globuli bianchi e piastrine del midollo osseo), i danni all’intero intestino con nausea, vomito e mucosite, oltre a problematiche cardiache, renali, effetti neurologici e sul sistema riproduttivo. Inoltre, molti dei farmaci di recente utilizzo nel trattamento oncologico sono i cosiddetti fattori di crescita ed i farmaci anti-nausea, che vengono somministrati ai pazienti con tumore per ridurre la tossicità indotta dalla chemioterapia. Tali farmaci detti 'di supporto ' comportano un onere finanziario non indifferente, oltre ad avere effetti collaterali propri.
Negli ultimi anni è in corso una rivalutazione delle modalità di somministrazione della chemioterapia. Infatti, oltre ad di utilizzare chemioterapia alle massime dosi tollerate (MDT) intervallate con lunghe pause, per consentire il recupero dal gli effetti collaterali nocivi, vi sono numerosi studi nei quali si somministrano i farmaci a piccole dosi continue e ciò sembra efficace non solo in termini di riduzione della tossicità, ma forse anche per il miglioramento degli effetti sulla crescita del tumore. Questa nuova modalità di somministrazione dei farmaci chemioterapici è denominata "chemioterapia metronomica” che si riferisce alla frequente, talvolta quotidiana, somministrazione di chemioterapici a dosi significativamente al di sotto del MDT, senza interruzioni tra i vari cicli.