‘Frequent Flyer’ in Pronto Soccorso: la fragilità invisibile degli anziani che il territorio può salvare

Ogni anno migliaia di pazienti anziani accedono ripetutamente ai pronto soccorso del Lazio. Spesso non per vere emergenze, ma per mancanza di risposte territoriali efficaci. Una sfida clinica e sociale che chiama in causa medici, amministratori e politiche sanitarie.

 

I "frequent flyer" sono pazienti che si rivolgono frequentemente al pronto soccorso, spesso per problemi che potrebbero — e dovrebbero — essere gestiti fuori dall’ospedale. La maggior parte di essi è rappresentata da anziani fragili, soli, con patologie croniche, spesso in condizioni socio-economiche precarie. In assenza di una rete territoriale efficiente, il pronto soccorso diventa la loro unica "porta d’accesso" al sistema sanitario.

Chi sono i Frequent Flyer?

- Pazienti con più di 4 accessi all’anno al PS.
- Tipicamente anziani (>65 anni), con comorbidità croniche, isolamento sociale e carenze assistenziali domiciliari.
- Spesso non classificati come urgenze, ma bisognosi di presa in carico continuativa.

I numeri nel Lazio 

- Il 2,9% dei pazienti ha generato l’11,9% degli accessi totali in 15 pronto soccorso.
- I frequent flyer hanno un tasso tre volte maggiore di accessi non urgenti (9,7% vs 3,2%).
- Le cause principali: inadeguato follow-up sul territorio, uso improprio del 118 e ritorno ciclico in ospedale.

Le cause: quando il pronto soccorso è l’unica risposta

- Solitudine, povertà, disabilità, decadimento cognitivo.
- Mancanza di un medico di medicina generale disponibile, assistenza domiciliare insufficiente, attese nei servizi territoriali.
- L’ospedale diventa un "rifugio sanitario", anche per problemi sociali.

Le conseguenze per il sistema sanitario

- Sovraccarico dei PS.
- Uso improprio delle risorse emergenziali.
- Frustrazione del personale sanitario.
- Rischio clinico aumentato per i pazienti fragili in ambienti non dedicati.

Le soluzioni già sperimentate 

Nel Lazio:
- Progetto per l’assistenza domiciliare integrata (ADI) agli over 80 e fragili segnalati dai PUA (Punto Unico di Accesso).
- Integrazione tra medici di medicina generale, infermieri di comunità e ospedali di comunità.
- Attivazione del Piano Nazionale Cronicità con attenzione agli anziani multiproblematici.

In Italia e nel mondo:
- Case manager infermieristici dedicati agli anziani dimessi dal Pronto Soccorso.
- Programmi di "transitional care" con follow-up a domicilio nelle 72 ore dopo la dimissione.
- Interventi proattivi dei servizi sociali e di medicina generale.

Cosa serve ora: una chiamata all’azione

- Riconoscere i frequent flyer come categoria clinica e sociale specifica.
- Attivare schede di monitoraggio per pazienti fragili con storico di accessi frequenti.
- Sviluppare équipe multidisciplinari territoriali (medici di medicina generale, infermieri, assistenti sociali).
- Investire in soluzioni digitali per la continuità assistenziale (telemonitoraggio, alert automatici dopo dimissione).

 

La risposta al fenomeno dei frequent flyer non può essere solo ospedaliera. È una questione di salute pubblica, di dignità delle cure, di equità. È anche un banco di prova per la capacità del sistema sanitario di prendersi davvero cura degli anziani più vulnerabili.

maggio 2025

 

Per approfondire:

-       Frontiers in Public Health, 2023 – Frequent Use of ED in Rome 

-       PLOS ONE, 2016 – Frequent use of ED by elderly in Italy

-       Regione Lazio – Assistenza territoriale e domiciliare alla popolazione anziana

-       Cittadinanzattiva – Report su PS del Lazio

-       Population Health Metrics, 2020 – Chronic conditions and ED use in ageing societies