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Una splendida storia, un viaggio in taxi

Una nostra volontaria, Sonia, ha ricevuto da una amica questo breve racconto in inglese. Abbiamo pensato di tradurlo e di inserirlo sul nostro sito per ricordare che anche semplici gesti quotidiani possono assumere un profondo significato per gli altri.

Grazie infinite Sonia

 

Arrivai all’indirizzo una mattina molto presto e suonai il clacson; dopo aver aspettato alcuni minuti andai alla porta e bussai.

“Un minuto”rispose una fragile voce e attraverso la porta sentii trascinare qualche cosa.

Dopo una lunga pausa la porta si apri. Una  signora minuta intorno ai 90anni, vestita con un abito a fiori ed un cappellino con veletta, sembrava uscita da un film degli anni 40, stava nel vano della porta  e vicino  ai suoi piedi una piccola valigia di tela.

L'appartamento, ove i mobili erano coperti da lenzuola, dava l'impressione che negli ultimi anni nessuno ci avesse abitato. Non c'erano orologi e nessun soprammobile, solo nell'  angolo uno scatolone con foto e oggetti di vetro.

“Potrebbe portare il mio bagaglio in macchina?” mi chiese, cosi feci poi ritornai per assistere la signora.  Lei prese il mio braccio e lentamente ci incamminammo verso il taxi.

La signora seguitava a ringraziarmi per la mia gentilezza, ”Non e' niente”le dissi, “Tratto semplicemente i miei passeggeri come vorrei fosse trattata mia madre.”

Quando la feci  accomodare mi diede un indirizzo e poi mi chiese se potevamo passare per il centro della città.

“Non e' la strada più breve” le dissi subito, “Oh non importa” mi rispose “Non ho fretta, vado in un ospizio.”

Guardai nello specchietto retrovisore e vidi i suoi occhi lucidi.”Non ho più famiglia” disse con una voce molto dolce” e il medico mi ha detto che non ce ne ho per molto.”

Io allungai il braccio e spensi il tassametro.

Quale strada vuole prendere le chiesi. Le due ore successive le passammo in giro per la città. Mi fece vedere l'edificio dove da giovane lavorava come addetta all’ascensore e poi dove abitava appena sposata, mi portò davanti un magazzino di mobili dove una volta c'era una balera e dove era solita ballare da ragazza. Delle volte mi fece  rallentare e rimase a guardare senza parlare. Quando il sole cominciò a comparire all’orizzonte mi disse “ Sono stanca, andiamo adesso.” In silenzio arrivammo all’indirizzo che lei mi aveva dato; era un edificio basso con un ingresso sotto un portico.

Due inservienti vennero vicino al taxi; erano molto attente e sollecite; evidentemente la stavano aspettando. Aperto il bagagliaio tirai fuori la valigia mentre la signora era già seduta nella sedia a rotelle”Quanto le devo” mi chiese prendendo la borsa”,"Niente “le dissi “Ma lei lavora per vivere”  aggiunse,”Ci sono altri passeggeri”Risposi.

Quasi senza pensare mi chinai e le diedi un bacio. Lei si porse verso di me e disse, ”Lei ha dato un momento di grande gioia a una vecchia signora, grazie”.

Le strinsi la mano e poi me ne andai; dietro di me una porta si chiuse, era come il suono della fine di una vita. Non presi altri passeggeri per quel turno, guidai perso nei miei pensieri e per il resto del giorno non potei quasi parlare.

Cosa sarebbe successo se le fosse capitato un autista stanco e arrabbiato oppure uno che non vedeva l'ora di finire il turno e dopo aver suonato il clacson una sola volta se ne fosse andato?

Pensandoci credo di non aver fatto niente di più importante nella vita.

Siamo condizionati a pensare che la nostra vita si svolge intorno ad eventi importanti ma sono i piccoli momenti ad essere importanti anche se non riconoscibili perché spesso mascherati dal luccichio di quelli che ci sembrano grandi.

La gente può non ricordare esattamente quello che hai fatto o detto, ma ricorderà sempre come l'hai fatta sentire.